La Spezia 11/02/1940( Domenica)
Tema
Una madre da sfogo al suo dolore per la morte di uno dei suoi figlioli.
Tremante dal freddo, con volto spaurito sta la giovane madre accanto al lettuccio del suo caro figliolo. Lei con il cuore alla gola, le lacrime agli occhi, con l’apparato nervoso abbastanza fuori di se. Conta i respiri che l’amata prole emette ad ogni gemito, una spina gli ferisce il più profondo del cuore, rendendo se stessa una creatura disperata. Così da molto tempo segue le orme della malattia che il suo caro ha colpito e che sempre più travaglia. Ormai però siamo alla conclusione, il dottore accerta in ventiquattro ore la salvezza oppure la morte. L’angoscia di quella donna cresce, con rinnovata speranza ancora siede al capezzale, di tanto in tanto gli bagna le labbra, che nonostante la perseveranza materna sono sempre aride. E’ la morte che è vicina, lui la sente, lancia qualche occhiata alla sua cara come per dire: “ Mamma ti lascio” , e così giunge il momento fatale, un lieve miglioramento si verifica in lui, poi un leggero sudore gli copre la fronte, il respiro diviene sempre più affannoso e la madre se ne avvede, avverte i famigliari, i quali cercano d’ingannarla. Giunge per l’ultima volta il dottore, il quale quasi con volto offuscato dice: “ La scienza non può far nulla”. Sono queste le parole che ammazzano la madre mentre il figlio trapassa di questa vita. La donna prima piange, si dibatte, poi sviene, infine non lo vede più. Così sembra la Madonna Addolorata, senza parola, senza più fare passeggiate e dando tutta se stessa per il bene dell’altro figliolo.
Navigazione: Mare mosso, senza pane, mangiare galletta.
Monti Vincenzo.
Tema
Una madre da sfogo al suo dolore per la morte di uno dei suoi figlioli.
Tremante dal freddo, con volto spaurito sta la giovane madre accanto al lettuccio del suo caro figliolo. Lei con il cuore alla gola, le lacrime agli occhi, con l’apparato nervoso abbastanza fuori di se. Conta i respiri che l’amata prole emette ad ogni gemito, una spina gli ferisce il più profondo del cuore, rendendo se stessa una creatura disperata. Così da molto tempo segue le orme della malattia che il suo caro ha colpito e che sempre più travaglia. Ormai però siamo alla conclusione, il dottore accerta in ventiquattro ore la salvezza oppure la morte. L’angoscia di quella donna cresce, con rinnovata speranza ancora siede al capezzale, di tanto in tanto gli bagna le labbra, che nonostante la perseveranza materna sono sempre aride. E’ la morte che è vicina, lui la sente, lancia qualche occhiata alla sua cara come per dire: “ Mamma ti lascio” , e così giunge il momento fatale, un lieve miglioramento si verifica in lui, poi un leggero sudore gli copre la fronte, il respiro diviene sempre più affannoso e la madre se ne avvede, avverte i famigliari, i quali cercano d’ingannarla. Giunge per l’ultima volta il dottore, il quale quasi con volto offuscato dice: “ La scienza non può far nulla”. Sono queste le parole che ammazzano la madre mentre il figlio trapassa di questa vita. La donna prima piange, si dibatte, poi sviene, infine non lo vede più. Così sembra la Madonna Addolorata, senza parola, senza più fare passeggiate e dando tutta se stessa per il bene dell’altro figliolo.
Navigazione: Mare mosso, senza pane, mangiare galletta.
Monti Vincenzo.
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