domenica 15 aprile 2007

La faccia "La gioia e la tristezza"

Introduzione

La faccia umana è un inno alla funzionalità, è una struttura particolare ricca di finezze ed è anche una zona sensuale.
Di tutte le cose che vediamo nella vita quotidiana, la faccia è quella da esplorare assolutamente perché ci affascina e allo stesso tempo placa la nostra curiosità. Ovunque, dagli occhi al naso, alla bocca e oltre, fino alle orecchie e ai capelli, è ricca di segreti.
Della faccia non ne abbiamo un bisogno assoluto.
Molte creature, come i ricci, le stelle marine, i molluschi e le meduse, non sanno che farsene. Altre hanno facce parziali.
Eppure la faccia è un elemento comunissimo nel mondo animale.
In una faccia vera e propria sono assemblati bocca e organi sensoriali, la disposizione di bocca, narici e occhi resta immutata in creature diversissime.
E’ un prodigio di resistenza, più duraturo delle catene montuose.
La faccia ha uno scultore bravissimo: si chiama ricerca del cibo. Per questo la bocca è sempre dominante. E’ il vano d’ingresso in cui un animale assimila il mondo, incominciando a trasformarlo. Nella faccia ci sono tre posti di blocco sensoriali – il gusto, l’odorato e la vista -. Le papille gustative si trovano all’interno della bocca, le narici la sovrastano e gli occhi si trovano al di sopra.
Questa disposizione offre molti vantaggi. I vertebrati in generale hanno gli occhi posti sopra al cibo che cade. I pesci, soprattutto, hanno bisogno di occhi orientati verso la luce del sole, che svanisce qualche decina di metri più in basso. Questa disposizione consente anche agli animali terrestri di ingurgitare pezzi di cibo che trovano per terra, annusare gli aromi che emanano, e vedere contemporaneamente il muso e il terreno.
La faccia è una firma in carne e ossa, e costituisce il nostro baluardo contro l’impostura. Patenti di guida, passaporti, carte di credito, tessere di riconoscimento del personale di grandi società, qualsiasi documento di cui dobbiamo dimostrare l’autenticità, è ornato con la nostra faccia.
La nostra unicità è per noi una garanzia e un limite.
Funziona perché viviamo in un universo di facce, e le possiamo riconoscere all’istante una per una. Abbiamo circuiti cerebrali riservati a questa funzione, e siamo così abili nell’eseguirla. Analogamente, possiamo distinguere un viso maschile da uno femminile con la stessa facilità con cui battiamo le palpebre, eppure la maggior parte di noi non ha la minima idea di come facciamo, e solo di recente gli scienziati ne hanno scoperto i veri motivi.
La faccia è una superficie profonda, fatta di pelle e di pensiero, ed esistono popolazioni che si offendono quando viene catturata da estranei. Gli indiani americani chiamavano i primi fotografi cacciatori di ombre, ritenendo che si impadronissero del simbolo della morte. Le immagini della faccia sono piene di significato intrinseco, e in esse talvolta aleggia un certo mistero.

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