La Spezia 10/01/1940
Tema
Il comandante Bedeschi Visto, sbarcare.
Il capitano Nicola Bedeschi, comandante del Caccia Torpediniere Carabiniere, è uomo sicuro delle sue cose, sicuro nella vita di marinaio e di comandante. Lui in un memorabile discorso ci diceva: “ Ufficiali, sotto Ufficiali ed equipaggio di questa nave, vi faccio presente che questo è un preziosissimo lembo della nostra patria, come vedete, ieri era una massa di ferro isolato dalla vita, oggi no, è ben popolato di uomini veramente degni di esso, incominciando dall’umile fochista all’impaziente D. Tiro, i quali in pace e in guerra se necessario collaboreranno insieme, trionfando insieme tra i vittoriosi, quindi è nostro obbligo mettersi con buona volontà incominciando da me, per fare un passo addirittura da giganteper arrivare e superare quelle che sono le più potenti navi del mondo”. Queste parole ci vengono dette il 12 gennaio del 1939 a Genova, dove ancora mai il Carabiniere aveva navigato sotto dirigenti della R. M. in questa prova tutto è andato bene, quindi all’opera. Fummo a La Spezia in brevissimo, ci trovammo a pasto e incominciammo così le prime gare di tiro, in queste gli animi erano dominati da una spiedata invidia che corrodeva i cuori. Noi venivamo incoraggiati dal comandante e poi quando era possibile ci dava dei consigli che non tutti i comandanti danno. Lui ci ha guidato in acque italiane e straniere, toccando per primi l’Oceano che gli altri caccia nemmeno sognano. Ricordo in una navigazione, lui guardava gli apparecchi che con il rombo potente dei loro motori incrociavano le nostre rotte e ci guardava con occhio fisso e invidioso. Un Ufficiale gli domanda: “ Comandante, perché guardate ? “, e lui rispose: “Figliolo mio, anch’io fui pilota e tuttora lo sono e di più Ufficiale osservatore ed ho un dubbio, che prestissimo non mi chiamano di nuovo qua”. Nessuno ci fece caso, però nemmeno un mese dopo ci riuniva dicendoci con le lacrime agli occhi: “ Miei cari, nella riunione fatta è stata presa una decisione, vi annuncioche sbarco, non so dove sono destinato ma ho il dubbio che passo di nuovo all’aviazione”. E dopo averci augurato a tutti buona fortuna con le lacrime agli occhi se ne va. Lo sbarco fu veramente emozionante. Saluta tutti gli Ufficiali e poi a testa bassa imbocca la passerella, quando è a terra guarda di nuovo, e di tanto in tanto lanciava sempre delle occhiate veramente dolorose per lui e per noi perché non troviamo più a bordo Bedeschi.
Monti Vincenzo.
Tema
Il comandante Bedeschi Visto, sbarcare.
Il capitano Nicola Bedeschi, comandante del Caccia Torpediniere Carabiniere, è uomo sicuro delle sue cose, sicuro nella vita di marinaio e di comandante. Lui in un memorabile discorso ci diceva: “ Ufficiali, sotto Ufficiali ed equipaggio di questa nave, vi faccio presente che questo è un preziosissimo lembo della nostra patria, come vedete, ieri era una massa di ferro isolato dalla vita, oggi no, è ben popolato di uomini veramente degni di esso, incominciando dall’umile fochista all’impaziente D. Tiro, i quali in pace e in guerra se necessario collaboreranno insieme, trionfando insieme tra i vittoriosi, quindi è nostro obbligo mettersi con buona volontà incominciando da me, per fare un passo addirittura da giganteper arrivare e superare quelle che sono le più potenti navi del mondo”. Queste parole ci vengono dette il 12 gennaio del 1939 a Genova, dove ancora mai il Carabiniere aveva navigato sotto dirigenti della R. M. in questa prova tutto è andato bene, quindi all’opera. Fummo a La Spezia in brevissimo, ci trovammo a pasto e incominciammo così le prime gare di tiro, in queste gli animi erano dominati da una spiedata invidia che corrodeva i cuori. Noi venivamo incoraggiati dal comandante e poi quando era possibile ci dava dei consigli che non tutti i comandanti danno. Lui ci ha guidato in acque italiane e straniere, toccando per primi l’Oceano che gli altri caccia nemmeno sognano. Ricordo in una navigazione, lui guardava gli apparecchi che con il rombo potente dei loro motori incrociavano le nostre rotte e ci guardava con occhio fisso e invidioso. Un Ufficiale gli domanda: “ Comandante, perché guardate ? “, e lui rispose: “Figliolo mio, anch’io fui pilota e tuttora lo sono e di più Ufficiale osservatore ed ho un dubbio, che prestissimo non mi chiamano di nuovo qua”. Nessuno ci fece caso, però nemmeno un mese dopo ci riuniva dicendoci con le lacrime agli occhi: “ Miei cari, nella riunione fatta è stata presa una decisione, vi annuncioche sbarco, non so dove sono destinato ma ho il dubbio che passo di nuovo all’aviazione”. E dopo averci augurato a tutti buona fortuna con le lacrime agli occhi se ne va. Lo sbarco fu veramente emozionante. Saluta tutti gli Ufficiali e poi a testa bassa imbocca la passerella, quando è a terra guarda di nuovo, e di tanto in tanto lanciava sempre delle occhiate veramente dolorose per lui e per noi perché non troviamo più a bordo Bedeschi.
Monti Vincenzo.
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