domenica 15 aprile 2007

Racconto su un mio amico.

Palermo 11/09/1939
Tema
Racconto su un mio amico.
Ai lettori.
Perdonatemi miei lettori se in questo mio scritto trovate delle imprecisioni, non è affatto colpa mia perché non ho potuto raccogliere tutti i dati necessari per un simile lavoro
. Alcuni cenni mi sono stati dati dal seduttore proprio quando stava per essere trasportato in prigione. Ora ascoltate e giudicate. Il signor Chirico Adolfo fu Pasquale e Maria Bevilacqua, nato e domiciliato a Reggio Calabria nel 1880. Fu educato e inviato sulla strada dei bravi giovani, se nonché di un buon padre ma che non seppe tenere a freno i figli fin dalla adolescenza. Lui, come il papà, lavorava da principio il campicello che gli era restato come eredità, poi incominciò a negoziare con generi alimentari, specie con l’olio, di modo che migliorò le sue condizioni finanziarie. Il signor Chirico, sempre uomo dignitoso, mai aveva pensato di ammogliarsi, ma quando vide che il bel tempo era finito, circa all’età di 35 anni si innamorò della signorina Deantonis Clara, anch’essa di distinta famiglia Calabrese. Si sposarono poco prima dello scoppio della guerra mondiale. Il giovane, pur dolorosamente, dovette abbandonare la cara moglie che sempre si mantenne fedele; lui venne chiamato alle armi il 7 aprile 1915, circa un mese dopo essersi sposato. I giovani sposi dovettero star lontano per circa due anni, finché nel 1917 il signor Chirico ottenne una licenza premio di trenta giorni per un suo atto eroico fatto al fronte. Nel ritorno a casa trova la moglie che lo attendeva a braccia aperte. Per questo incontro lui si potette chiamare l’uomo più felice del mondo, perché lui attendeva un bambino come per grazia del cielo. Il marito ordinò alla moglie di chiamare il bimbo che sarebbe nato Pasquale. Nacque il 7 gennaio 1918 , mentre che la battaglia infuriava, lassù il papà riceve la nobile notizia che gli fa dimenticare qualsiasi sofferenza usate in quegli anni e si sente ancora una volta il più fresco soldato di tutta la linea. Il bimbo, intanto, cresceva bello e forte in modo che a undici mesi, quando lo vide per la prima volta il papà ne restò addirittura meravigliato, e molto loda la moglie per le cure fatte al proprio figlio. Finita la guerra la giovane famiglia viveva nel colmo della felicità, quando aumentò di più con la nascita di un nuovo bimbo, al quale fu messo nome Andrea. Il Pasqualino all’età di sei anni frequentò le elementari e vi si distinse, all’età di undici anni aveva finito le scuole e incominciava la carriera di suo padre che insieme a lui riportava ottimi guadagni. Dopo alcuni anni di questa vita, il signorino incominciò ad essere un po’ impetuoso verso i suoi, non ascoltava gli avvertimenti della buona madre e trasgrediva gli ordini del padre. Frequentava pubblici ritrovi in compagnia di cattivi amici, insomma, è diventato poco dignitoso. Circa a cento metri dalla casa del Chirico c’era il signor Filippo Cora, il quale si era sposato fin da giovane ed ebbe undici figli tra cui la signorina Maria, che come le donne del novecento era abbastanza distinta. Era alta circa 1,75 metri, abbastanza robusta, una bionda capigliatura le ornava la testa, poi due occhioni che riflettevano come diamanti al buio ultimavano la sua bellezza naturale. La nostra ragazza era anch’essa una bambina, una buona bambina. Ad un certo punto della sua vita fa un leggero cambiamento che col passare del tempo divenne sempre più forte. ( Nasce una domanda ) Ma perché due giovani divennero nel corso di un così breve tempo la delusione di due famiglie ? , mentre prima ne erano i simboli. Era perché loro si amavano e loro genitori ne erano contenti, allora essi si accomodarono da loro e si strinsero la mano per un amore eterno. L’incontro amoroso avvenne una sera di maggio, i giovani avevano solo 19 anni, loro erano in un ombroso giardino i cui fiori lo rendevano un luogo incantevole, la luna sorge nel denso cielo calabrese e il loro amore si accendeva man mano che la luna diventava più alta. Dalla loro bocca quella sera non uscivano, come al solito parole d’affari familiari, ma era una sola cosa da risolvere, quella del loro amore. Infine, ben decisi di non più dividersi i loro corpi, si avvicinarono le bocche, esclamando: ” Lo giuro ! “. Sapete, dunque, quale fu quel giuramento ? fu quello di mai più dividersi, mentre stava per venire proprio il momento di un lungo intervallo. Dopo l’incontro amoroso si cercò di affrontare le nozze, mentre i genitori di Chirico non ne vollero sapere, allora i genitori Cora denunciarono Pasquale Chirico come seduttore della figlia, che in realtà era stata lei a volere il tutto, lui allora per non fare brutta figura di fronte ai genitori che in questi momenti difficili avevano incominciato a riamarlo, rinnega l’amore della fidanzata, negando di essere stato lui il malfattore. Allora viene su il processo e il Chirico, mediante alcuni falsi testimoni fa risultare lui innocente, ma questo è poco, perché viene condannato giustamente alla pena di due anni. Il processo fu riappellato, ma l’esito per il Chirico peggiorò da due a sei anni di prigionia, lui si appella ancora e questa volta gli vengono assegnati sei mesi, per il motivo che lui in questo frattempo deve partire militare e quindi viene punito con il codice militare marittimo. Ormai il nostro ragazzo si era rassegnato alla pena da scontare rinnegando la donna che una volta pazzamente amava. Nel frattempo il Chirico era mio compagno di bordo e in verità non l’ho trovato altro che un bravo ragazzo, difensore dell’ingiustizia e rassegnato molto alla disciplina. Siamo ormai al tempo contemporaneo, erano diciannove mesi che era partito da casa quando noi ci trovammo a Palermo. Aveva molto desiderio di rivedere i suoi genitori, ai quali aveva dato tanti dispiaceri, solo per una figura femminile; si presenta al comandante e chiede un breve permesso, che per combinazione gli viene concesso. Parte il 7 settembre 1939, arriva a casa l’8 a mattina, figuratevi l’allegria che ha regnato in quella famiglia. Beve un caffè e va a passeggiare per la città. Ora avviene un fatto addirittura indescrivibile. Il signor Cora insieme ad un figlio si incontrano con Pasquale Chirico, benché quest’ultimo indossava l’uniforme, viene assalito e bastonato, non appena è libero corre a casa di nascosto. Il giovane ormai preferisce avere un’altra meta, ormai non ha più amici d’infanzia e nemmeno parenti, ma ha con se la felicità.
Monti Vincenzo

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