domenica 15 aprile 2007

La struttura anatomica della faccia.

Il cranio

Il cranio è un insieme di ossa che, riunite fra loro e poste all’apice della colonna vertebrale, formano la scatola cranica, o neurocranio, e la struttura del volto o splancnocranio, contenente l’estremo superiore degli apparati respiratorio e digerente.

Il Neurocranio è composto da otto ossa di cui quattro sono pari e quattro impari.
L’osso frontale è un osso piatto, impari e mediano, che costituisce la parte anteriore della scatola cranica. Alla nascita il frontale è costituito da due metà distinte separate da una sutura mediana, detta metodica, che, successivamente si salda.
I due parietali sono ossa piatte, pari e simmetriche, che formano la volta della scatola cranica ed anch’esse modellano la testa. Sono unite al centro da una sutura dentata lunga.
I due temporali sono ossa piatte, pari e simmetriche.
L’occipitale è un osso impari, mediano, che si articola con l’atlante, prima vertebra cervicale. E’ situato nella parte postero inferiore del cranio, pertanto contribuisce a formare sia la base che la volta.
Lo sfenoide è un osso impari e mediano, si trova quasi del tutto all’interno alla scatola cranica.
L’etmoide è un osso impari e mediano di forma cuboidea, appare all’esterno solo una porzione della lamina laterale che va a formare, da entrambi i lati, parte della parete mediale dell’orbita.

Lo Splancnocranio è situato nella parte anteriore della testa e rappresenta l’insieme delle 14 ossa che modellano il volto. Questo complesso osseo modella delle cavità che rappresentano l’origine di due importanti apparati: respiratorio e digerente. Inoltre racchiudono gli occhi della vista, dell’olfatto e del gusto. Le ossa che compongono lo splancnocranio sono quasi tutte pari e simmetriche tranne il vomere e la mandibola che sono impari e mediane. La mandibola è, inoltre, l’unico osso mobile presente nel cranio e con i suoi movimenti permette la masticazione.
Le ossa mascellari sono situate in una posizione centrale nella struttura del volto. Sono ossa pari e simmetriche costituite da un corpo da cui si distaccano dei processi. Il corpo è voluminoso ma, rispetto alla sua massa, è molto leggero in quanto è completamente vuoto mostrando all’osservazione un’unica ampia cavità; si tratta, quindi, di una struttura pneumatica che ha il compito di alleggerire il peso del volto.
L’osso palatino è pari e simmetrico ed è estremamente semplice come forma.
L’osso lacrimale è molto sottile. Ha connessioni con il frontale in alto, il mascellare in avanti, l’etmoide indietro ed in basso con il turbinato inferiore. Con la sua faccia laterale contribuisce a formare la parete mediale dell’orbita. Su tale faccia si apre un foro, il foro naso-lacrimale, che convoglia le lacrime nelle cavità nasali.
L’osso zigomatico è pari e simmetrico, occupa la porzione più laterale della faccia ed è disposto a guisa di ponte tra il mascellare superiore, il temporale, il frontale e la grande ala dello sfenoide.
Le conche nasali inferiori sono ossa pari che fanno parte dello scheletro della regione nasale. Si tratta di due ossa sottili e accartocciate.
Le ossa nasali sono due ossa pari, perfettamente mediane, che occupano lo spazio compreso tra il frontale ed i processi frontali del mascellare superiore.
Il vomere è, con la mandibola, il solo osso impari della faccia. Esso forma la parte posteriore del setto nasale.
La mandibola è l’unico osso che mediante la sua articolazione col temporale, è mobile. Vi distinguiamo un corpo e due branche montanti, due processi che si innalzano verso il temporale.

Le ossa della testa si formano per ossificazione encondrale. Ma la costituzione e la consistenza definitive si raggiungono solo nell’adolescenza; infatti alla nascita, lo scheletro della testa non è completamente ossificato perché persistono ancora degli spazi membranosi, detti fontanelle, situati nelle zone di congiunzione delle suture.
Durante la crescita, a mano amano che si sviluppano la funzione respiratoria ed olfattiva, le fosse nasali si allungano, così pure i mascellari; contemporaneamente compaiono i denti che costringono i mascellari superiori e la mandibola ad allontanarsi e l’angolo mandibolare raggiunge i 115° - 120° dell’adulto. Aumentano così le dimensioni verticali della faccia. Il maggior sviluppo si ha nei primi due anni, poi procede ad un ritmo più ridotto per completare verso il ventesimo anno.

Il cranio dell’adulto presenta delle differenze nei due sessi.

A prima vista, per distinguere un cranio maschile da uno femminile basta porlo su di un piano orizzontale: se il cranio appartiene ad un uomo poggerà sul piano con l’apice dei processi mastoidei, ben sviluppati, e vi resterà fisso, se invece appartiene ad un soggetto di sesso femminile, dove i processi mastoidei sono meno pronunciati, poggerà con l’occipite ed oscillerà.
Comunque, in generale, possiamo dire che il cranio femminile è più piccolo rispetto a quello maschile ma posto in rapporto con lo scheletro è più grande.
Nella donna permangono caratteri più infantili.

L’evoluzione del cranio.

I tempi in cui l’evoluzione umana si è compiuta sono stati molto ampi.
La nostra storia inizia circa 45 milioni di anni fa quando avvenne la separazione delle scimmie del Nuovo Mondo (catarrine) da quelle del Vecchio Mondo (platirrine) ed è proprio dalle scimmie del Vecchio Mondo che si sono diversificate la scimmie antropomorfe.
Le prime forme di ominidi a stazione eretta sono gli Australopitechi , i cui resti più antichi, risalenti a circa 4 milioni di anni fa, sono stati rinvenuti a Tanzania ed in Etiopia. Essi vissero per oltre un milione di anni in maniera apparentemente stabile. Probabilmente di questa forma esistevano tre o quattro specie, di forme gracili e robuste. Le forme gracili e robuste sono coesistite vivendo in due nicchie ecologiche diverse: la prima nelle savane, la seconda nelle foreste.
Questi ominidi avevano certamente la stazione eretta il che si deduce dalla posizione meno inclinata e più spostata in avanti del foro occipitale, dalla struttura del cingolo pelvico e degli arti inferiori; la nuca era arrotondata e la capacità cranica era intorno ai 500 cc.
L’Australopithecus robustus e l’A. boisei erano forme molto specializzate; rigorosamente vegetariani, essi vivevano nel fitto della vegetazione delle foreste africane. Masticavano buona parte della giornata frutti, radici e tuberi e come i gorilla avevano una mandibola robusta. La maggiore specializzazione condusse le forme robuste all’estinzione, mentre le forme gracili, più adattabili, furono, probabilmente, quelle da cui derivò l’Homo habilis intorno a 2,5-2 milioni di anni fa. Le testimonianze dell’Homo habilis sono molto scarse. Avevano un cervello di dimensioni maggiori rispetto agli Australopitechi e quindi avevano un cranio grande ma delle volte sottile.
Circa 1,5 milioni di anni fa l’Homo habilis fu sostituito da l’Homo erectus e scomparve. Questa specie fu stabile per oltre un milione di anni. Aveva una scatola cranica grande e bassa, con ossa massicce ed occipite sporgente, faccia piccola e fronte sfuggente, visiera sopraorbitaria e denti non eccessivamente grandi.
Il neandertaliano classico era una forma specializzata ed adattata al clima freddo e visse fra 100.000 e 35.000 anni fa. Questo visse in Europa fino alla comparsa dell?Homo sapiens o uomo moderno. L’Homo neanderthalensis era alto 155- 160 centimetri; aveva una struttura solida con arti corti ed ossa lievemente curve. Aveva una capacità cranica come quella dell’uomo moderno ed anche superiore, ma il cervello era esteso lateralmente ed indietro. La fronte era bassa e sfuggente; la faccia era grande e proiettata in avanti nelle parti mediane, priva di zigomi ma con mento accentuato.

La natura dei muscoli facciali

I nostri volti sono così tanto espressivi grazie ad un complesso gruppo di piccoli muscoli: i muscoli dell’espressioni. Essi formano una rete che corre al di sotto della superficie del viso. Con il loro movimento, possono alterare completamente l’aspetto di un viso. Sebbene siano piccoli e deboli, sono così attaccati alla superficie della pelle che un piccolo movimento del tessuto muscolare può provocare un notevole movimento della pelle.
In quello che fanno e nel come lo fanno, i muscoli facciali sono diversi da quelli del corpo. Hanno soltanto un’estremità fissa, attaccata direttamente o indirettamente sulle ossa del teschio. L’altra estremità è cucita alla pelle. Quando si contrae un muscolo dell’espressione, si muove la pelle più che l’osso. La porzione di pelle accanto ai fili terminali dei muscoli viene tirata nella direzione dell’attaccatura all’osso.
Per es. il muscolo del sorriso, lo zigomatico maggiore. La sua attaccatura alla fine dell’osso è sullo zigomo, proprio sotto l’angolo esterno dell’occhio. Poi il muscolo tira diagonalmente in giù verso la bocca, dove è attaccato indirettamente al suo angolo esterno. Quando si contrae, l’angolo della bocca si solleva verso lo zigomo e si sorride.
I muscoli chiave dell’espressione sono dodici, cinque dei quali agiscono sull’area occhio-sopracciglio e sette sulla bocca; in realtà ne abbiamo circa ventidue per lato, un numero maggiore di tutti gli animali della terra.
Il paradiso e l’inferno della faccia sono lo zygomatic major e il corrugator supercilii. Lo zygomatic major è un produttore di sorrisi. Scende lungo una guancia fino all’angolo della bocca, e la tira verso l’alto. Il corrugator congiunge le sopracciglia, creando fra di esse dei solchi verticali. Le espressioni più piacevoli coinvolgono lo zygomatic major, le più spiacevoli il corrugator.
Anche altri muscoli svolgono importanti funzioni. Il più impegnativo è il frontalis, il muscolo della fronte che sembra una tenda, e che solleva le sopracciglia in espressioni come la sorpresa. Gli si contrappone il procerus, che abbassa le sopracciglia. Quando stiriamo orizzontalmente la bocca per la paura, utilizziamo il risorium, che nonostante il nome non ha alcun ruolo nella risata. Il mentalis è il muscolo del broncio, solleva la pelle del mento, spingendo in fuori il labbro inferiore.
Tutti questi muscoli sono controllati dai nervi. E’ il nervo facciale da solo a dirigerli. Ha tre sezioni importanti. La prima induce le lacrime e la salivazione, la seconda porta al cervello gli stimoli gustativi. La terza è la base dell’espressione. I suoi ordini vengono emanati dal nucleo del facciale, situato nel ponte, al di sopra del midollo allungato.Lavorando insieme, i muscoli facciali creano una tale varietà di espressioni che quando le vediamo ci sembrano sempre nuove, eppure trovano una rispondenza dentro di noi.


Le rughe.

Quando lo zigomatico maggiore si contrae e la parte unita alla bocca sale verso lo zigomo, la pelle compresa tra le due estremità non ha dove andare. La pelle delle guance, pressata dal basso in alto, si rigonfia in fuori come un palloncino che viene stretto da una parte. Sopra e sotto questo rigonfiamento appaiono le rughe.
Sebbene la forma d’insieme tenda ad essere riconoscibilmente la stessa, i dettagli delle linee delle rughe sono molto diversi da persona a persona.
L’età di un individuo è probabilmente il fattore principale che determina il formarsi delle rughe.
Le persone molto giovani potrebbero non mostrarne nessuna quando alzano le sopracciglia, mentre sulle persone più anziane le molte rughe permanenti possono rendere difficile la percezione di quelle nuove.
Le persone magre o obese hanno sorrisi diversi, e così uomini e donne. Una donna che sorride mostrerà meno spaccature di un uomo della stessa età e con gli stessi caratteri a causa di uno strato di grasso in più che rende la pelle della donna più elastica.
Si dice che sia possibile capire molto della personalità di qualcuno dalle pieghe che si formano sul suo viso con l’età. Non è del tutto vero, anche se una stessa espressione lascia comunque un segno sul viso quando viene ripetuta spesso.

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