giovedì 26 aprile 2007

La seconda guerra mondiale

La seconda guerra mondiale

Guerra combattuta dal 1° settembre 1939 all’8 maggio 1945 in Europa e dal 7 dicembre 1941 al 2 settembre 1945 in Asia. Più che in qualsiasi altra guerra precedente, il coinvolgimento delle nazioni partecipanti fu totale e l’evento bellico interessò in modo drammaticamente massiccio anche le popolazioni civili.
La sua conclusione segnò l’avvento di un nuovo ordine mondiale incentrato sulle due superpotenze vincitrici, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica.

Verso la seconda guerra mondiale
La Germania nazista stava attuando la prima fase del suo progetto di un nuovo ordine internazionale che prevedeva l’espansione territoriale tedesca e l’asservimento degli altri popoli. La prima fase fu quella di costituire un sistema di alleanze tra cui l’alleanza con la proclamazione dell’Asse Roma-Berlino (ottobre 1936).
L’Italia fascista di Benito Mussolini si stava sempre di più legando alla Germania nazista di Adolf Hitler.
Il 22 maggio 1939 fu firmato il “Patto d’Acciaio” tra l’Italia e la Germania. I due Stati si impegnarono a prestarsi reciproca assistenza in caso di guerra sia difensiva che offensiva.
Il 23 agosto 1939 fu firmato un patto di non aggressione tra la Germania e l’Unione Sovietica, chiamato patto Ribbentrop-Molotov, in cui la Germania si assicurava la neutralità russa e la Russia poneva le premesse per un’eventuale espansione verso occidente.

Scoppia la guerra
Il 1° settembre 1939 le truppe tedesche entrarono in Polonia e senza che i difensori potessero opporre altro che il coraggio e lo spirito di sacrificio, i Tedeschi applicarono la strategia della “guerra lampo”, con terrificanti bombardamenti ai quali venne sottoposta la popolazione civile (guerra totale), e in poche settimane completarono l’occupazione della Polonia occidentale. Intanto Stalin il 17 settembre 1939 con le armate sovietiche occupò la Polonia orientale.
Chiuso in una morsa , l’esercito polacco fu costretto dopo dieci giorni ad arrendersi: la capitale Varsavia era rasa al suolo e l’intera struttura politico-amministrativa distrutta. In meno di un mese lo Stato polacco cessò di esistere: il suo territorio fu diviso fra la Germania e la Russia.
Due mesi dopo l’esercito sovietico invadeva anche le repubbliche baltiche dell’Estonia, della Lettonia, della Lituania e attaccava la Finlandia.
Hitler allo scopo di assicurarsi le più ampie basi d’attacco contro l’Inghilterra, con una fulminea aggressione s’impadroniva della Danimarca e della Norvegia. Quindi il 10 maggio le armate tedesche, dopo aver violato la neutralità dell’Olanda, del Belgio e del Lussemburgo, penetravano in Francia, aggirando la formidabile linea Maginot (sul confine franco-tedesco). Nel giro di pochi giorni tutta la costa della Manica fu in mano tedesca, mentre il corpo di spedizione britannico sbarcato nel frattempo sul continente era sconvolto e decimato e costretto riprendere precipitosamente il mare a Dunkerque (ritirata di Dunkerque) sotto gli attacchi di aerei tedeschi.
L’Italia era rimasta sino ad allora fuori dal conflitto, avendo il Consiglio dei ministri proclamato il 1° settembre 1939 la “non belligeranza”. Il 10 giugno 1940 anche Mussolini decise di entrare in guerra dichiarando guerra alla Francia e all’Inghilterra.
Il 22 giugno
, dopo l’occupazione di Parigi da parte nazista, il capo del governo francese ( il vecchio maresciallo Henri Pétain) era obbligato a chiedere l’armistizio. La Francia settentrionale divenne zona di occupazione tedesca, la Francia meridionale era affidata al governo Vichy .
Il 24 giugno anche l’Italia firmava l’armistizio con la Francia.
Hitler, sconfitta la Francia, impegnò a fondo l’apparato bellico tedesco contro l’Inghilterra. L’8 agosto Hitler, deciso a piegare al più presto l’avversario, dette inizio ad una serie di bombardamenti a tappeto sulle installazioni militari e sulle più importanti città dell’isola. Ma né le rilevanti perdite umane subite, né le paurose distruzioni riuscirono a fiaccare la volontà di resistenza del popolo inglese e della sua aviazione che si andò rapidamente rafforzando grazie all’impiego del “radar”. Così la capacità di resistenza inglese ebbe la meglio e la “battaglia d’Inghilterra” si risolse l’ottobre 1940 in un insuccesso per i Tedeschi. A guidare con tenacia la resistenzae la ripresa militare fu Winston Churchill (primo ministro inglese ).
Il 27 settembre 1940 Germania, Italia e Giappone stipulavano il “Patto tripartito”. Con tale patto le tre potenze si impegnavano a predominare su tutti gli altri popoli asiatici ed europei, con un rigido sistema di gerarchizzazione politica e socio-economica, destinato a sfociare in una vera e propria spartizione del mondo.
A questo punto Mussolini, spinto da motivi di prestigio, il 28 ottobre 1940 attaccò dall’Albania la Grecia, ma l’impresa si rivelò fallimentare e i Greci nella controffensiva penetrarono in territorio albanese.
L’Inghilterra con una decisa avanzata dall’Egitto riuscì a penetrare in Libia, mentre altri reparti inglesi in Africa orientale occupavano la Somalia, l’Eritrea e l’Etiopia. L’11 marzo 1941 il presidente americano Roosevelt fece approvare la legge “affitti e prestiti”, che servì a finanziare lo sforzo bellico dell’Inghilterra.
L’obiettivo fondamentale del nazismo restava pur sempre la distruzione dello Stato comunista, ecco perché, il 22 giugno 1941, Hitler dette il via all’operazione Barbarossa, ordinando alle sue divisioni di attaccare l’Unione Sovietica. L’avanzata nel territorio sovietico da parte delle colonne motorizzate germaniche, appoggiate da un corpo di spedizione italiana fu rapida e travolgente.
A metà ottobre, con il sopraggiungere dell’inverno piuttosto in anticipo sul previsto, l’avanzata restò bloccata senza che potesse essere attuato il progetto di attaccare Mosca.
Nel frattempo mezza Europa era dominata dalla Germania.
In particolare i Tedeschi organizzarono con crudeltà lo sterminio degli Ebrei mediante deportazioni in massa, lavori forzati, torture, quasi sempre destinate ad avere la loro tragica conclusione nelle camere a gas o nei forni crematori dei campi di concentramento. Il mito della superiorità della razza ariana è un elemento fondamentale della teoria dello Stato nazista ed aveva come fine la conservazione e l’affermazione della razza superiore.
Il 14 agosto 1941 il primo ministro inglese Churchill e il presidente statunitense Roosevelt si incontrarono su una corazzata nell’Atlantico, al largo dell’isola di Terranova, e concordarono un piano per il riordinamento del mondo sulla base di alcuni fondamentali principi ispirati alla libertà e alla democrazia e da realizzare dopo la distruzione della tirannia nazista: nasceva così la Carta Atlantica, con la quale si fissavano gli elementi ideali e politici per una pacifica convivenza e una feconda collaborazione fra i popoli e per l’esclusione della guerra. Sulla base di tali presupposti e delle “quattro libertà” venne firmata il 1° gennaio 1942 a Washington una Dichiarazione delle Nazioni Unite e creata successivamente l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite).
Il 7 dicembre 1941 il Giappone, con quattrocento aerei attaccò e distrusse, a Pearl Harbour nelle isole Hawaii, la flotta americana del Pacifico.
Le ragioni dell’attacco giapponese furono: assicurarsi il controllo del Pacifico centro-orientale e aprire la via alla realizzazione della costituzione di una “grande Asia” sotto l’agemonia giapponese. L’azione giapponese determinò l’immediato intervento degli Stati Uniti.
Della primavera estate del 1942 furono i successi germanici in Unione Sovietica, ove le truppe naziste, occupata la Crimea e superato il Don, giunsero ad investire il grande centro industriale di Stalingrado.
Nei giorni 3-4 novembre 1942 fu fermata ad El Alamein, in Africa settentrionale, l’avanzata delle truppe dell’Asse, e fu successivamente avviata un’offensiva anglo-americana che portò alla resa delle forze italiane. Il 2 febbraio 1943 si concludeva la battaglia di Stalingrado con la resa della VI armata e l’inizio della controffensiva russa.
L’Italia era ormai giunta ai limiti delle proprie possibilità di resistenza, ecco perché nella Conferenza di Casablanca (Marocco) del gennaio 1943 Roosevelt e Churchill, decisi ad aprire un secondo fronte in Occidente, scelsero come obiettivo dell’attacco proprio l’Italia. Il 10 luglio 1943 gli anglo-americani sbarcarono in Sicilia e la conquistarono in poche settimane.
Il 25 luglio 1943 il Gran Consiglio del Fascismo mise in minoranza Mussolini
e chiese che fossero restituiti al sovrano i poteri che lo Statuto gli riservava. Il giorno successivo il re fece arrestare Mussolini e affidò al maresciallo Badoglio l’incarico di formare un nuovo governo. In questo modo il regime fascista crolla.
L’8
settembre, fu segretamente firmato a Cassibile, nei pressi di Siracusa, un armistizio con gli anglo-americani. All’alba del 9 settembre il re, la corte e il governo abbandonarono Roma e si rifugiarono a Brindisi.
A Roma, dopo il tradimento della monarchia e del governo, alcuni ufficiali tentarono di organizzare la difesa della città.
Il 12 settembre un gruppo di paracadutisti tedeschi liberava Mussolini prigioniero a Campo Imperatore sul Gran Sasso, conducendolo in Germania. Il duce, divenuto uno strumento nelle mani dei Tedeschi, dichiarò di voler riprendere la guerra al fianco dell’alleato e proclamava l’istituzione della Repubblica Sociale Italiana detta anche “Repubblica di Salò”.
Aveva così inizio in Italia la Resistenza, un movimento di lotta, per liberare il territorio nazionale dalle truppe nazifasciste. Fra il 1943 e il 1945 molti italiani si trovarono divisi in due: i “repubblicani” schierati a fianco dell’alleato tedesco e i “partigiani” ostili alle truppe tedesche di occupazione.
Il 13 ottobre Badoglio dichiarò guerra alla Germania e fu accettato dagli alleati come co-belligerante. L’Italia si trovò divisa in due zone: il Sud occupato dagli Alleati, il Nord occupato dai Tedeschi.
Alla fine di novembre del 1943 si incontrarono per la prima volta Roosevelt, Churchill e Stalin in una conferenza tenuta a Teheran. Il presidente americano e il primo ministro inglese avevano già approvato il piano d’attacco attraverso la Manica (operazione Overlord) e Roosevelt era del parere che si dovesse partire quando le condizioni metereologiche fossero state favorevoli. Stalin si dichiarò d’accordo con Roosevelt e quindi l’operazione Overlord fu programmata per il maggio 1944.
A Bari il 28 gennaio 1944 in un congresso dei partiti antifascisti del Cln (Comitati di Liberazione Nazionale) tenuto con la partecipazione di eminenti personalità, furono concordati il tempo e il modo per far decidere liberamente al popolo italiano quale dovesse essere il suo futuro ordinamento. In quell’occasione venne richiesta l’abdicazione del vecchio sovrano: gli avrebbe dovuto succedere il figlio Umberto il quale avrebbe dovuto rinunciare ai propri poteri delegandoli ad un Consiglio.
Il 12 aprile 1944 ci fu un accordo: in base ad esso il re si impegnava a nominare, al momento della liberazione di Roma, il figlio Umberto “luogotenente del Regno” e a rimettere la scelta fra monarchia o repubblica ad un referendum popolare da tenersi al termine della guerra.
Il 4 giugno 1944 gli Alleati entravano a Roma, e nello stesso giorno Umberto di Savoia era nominato luogotenente generale del Regno, mentre il generale Badoglio veniva esonerato dall’incarico e sostituito da Ivanoe Bonomi, capo del Cln. Le truppe anglo-americane superata Roma, raggiungevano Firenze, già liberata dai partigiani. L’avanzata alleata fu però di nuovo bloccata, allorché venne raggiunta la “Linea gotica”.
Il 6 giugno 1944 le truppe alleate lanciarono la più vasta offensiva marittima della storia. 132.000 uomini, a bordo di 2.000 navi, attraversarono la Manica e sbarcarono in cinque punti lungo la costa della Normandia. Nonostante le avverse condizioni atmosferiche, i soldati riuscirono ad occupare le spiagge con l’appoggio di 23.000 paracadutisti.
Nel mese di agosto ebbe luogo un altro sbarco in Provenza fra Tolone e Cannes, che contribuì a far crollare la resistenza dei reparti germanici. Così a settembre la Francia era liberata e affidata ad un governo sotto la guida del generale De Gaulle.

La conclusione del conflitto
Gli Anglo-Americani passavano il Reno e marciavano verso il cuore della Germania, polverizzando la città tedesche con bombardamenti; i Sovietici, a loro volta, occupavano la Prussia orientale. Il 25 aprile la tenaglia antinazista si chiudeva con l’incontro delle avanguardie americane e sovietiche sull’Elba.
Mentre gli Anglo-Americani il 21 aprile superavano la “linea gotica”, il 25 le popolazioni insorgevano e si liberavano dall’oppressione nazista. Il 27 aprile Mussolini venne riconosciuto da una formazione partigiana preso Dongo e il 28 aprile fucilato a Giulino di Mezzegra sulle rive del lago di Como.
Il 30 aprile Hitler si suicidava nei sotterranei della Cancelleria del Reich e il 7 maggio 1945 a Reims nel quartier generale del comando supremo americano anche la Germania sottoscriveva la resa.
Per anticipare la fine del conflitto, Roosevelt, Churchill e Stalin decisero di riunirsi tra il 4-11 febbraio 1945 a Yalta (Conferenza di Yalta), una città dell’Unione Sovietica. Nel corso della conferenza vennero prese alcune importanti decisioni sul comportamento da tenere dopo la disfatta della Germania nazista e sull’entrata in guerra dell’Unione Sovietica contro il Giappone.
Per vincere la resistenza giapponese il presidente americano Harry Truman decise di utilizzare la bomba atomica. Il 6 agosto 1945 una bomba atomica venne sganciata su Hiroshima (base militare giapponese) provocando una catastrofe senza precedenti.
Tre giorni dopo il 9 agosto 1945 una seconda bomba distrusse Nagasaki.
Il 2 settembre 1945 a bordo della corazzata americana “Missouri” ancorata nella baia di Tokio, il Giappone firmava l’atto di resa.

La Guerra Fredda

Dopo la seconda guerra mondiale la Germania fu divisa in due zone occupate dai vincitori del conflitto. Le regioni occidentali formarono la repubblica federale, la zona orientale, sotto il controllo sovietico, divenne la repubblica democratica tedesca, ebbe così inizio la Guerra Fredda.
Anche Berlino, ex capitale del Terzo Reich, situata nella zona occupata dalle forze sovietiche fu divisa in due parti: Berlino est e Berlino ovest.
Nel 1961 il governo della Germania Est fece erigere un muro tra le due parti della città ( muro di Berlino). Il mondo occidentale, guidato dagli Stati Uniti, si impegnò ad evitare l’isolamento totale di Berlino ovest. Al passo dalla guerra nucleare gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica si accordarono, ma il “muro di Berlino”, segno visibile della cortina di ferro, continuò a costituire il fronte simbolico della Guerra Fredda. Solo negli anni ’80 la tensione internazionale si allentò grazie alla politica di apertura praticata dal presidente sovietico Gorbaciov.
Nel novembre 1989 furono eliminate le barriere tra le due parti della città e i cittadini di Berlino ripresero a circolare liberamente; il muro che aveva diviso per lunghi anni la città, venne abbattuto.

Nessun commento:

La passione incatenata

Il bisogno di imporre un freno alle passioni ha spinto la società a forgiare. In un processo millenario dalle non molte varianti. La figura ...