sabato 19 maggio 2007

Introduzione : le emozioni

Una pluricentenaria tradizione culturale e la nostra sensibilità romantica ci hanno condizionati ad interpretare tutta una serie di sintomi associati ad intense emozioni, ma in particolare alla paura e all’amore quali espressioni di una natura debole, difettosa, vale a dire femminile. La letteratura rosa, del cinema, la televisione hanno rinforzato questi stereotipi a tal punto che per l’uomo di oggi essi sono diventati il segno più appariscente della “condizione femminile”. Ripercorrendo la storia della civiltà occidentale ci rendiamo invece conto che erano anzi indizio di un animo nobile, di una colta sensibilità emotiva, specie maschile.
Il discorso sulle emozioni è chiaramente centrato sull’amore, il “primo” tra tutti i sentimenti, e prende il via dall’interpretazione stessa del nome che designa il sentimento, eros, e gli amanti, amanti eroici.
Le emozioni provocano delle reazioni psicosomatiche.
Il pallore
è determinato dal fatto che nei momenti di disperazione il calore del corpo scende verso il centro dell’organismo, raggelando le zone cutanee.
Il sospirare è causato dal fatto che quelli che hanno qualche passione stanno con tutto l’animo a quella cosa che dona dolore.
Il venir meno è occasionato dal soffocamento temporaneo se il cuore non richiama l’anima.
Le lacrime sono il prodotto dell’eccessivo calore interno che spinge fuori dagli occhi l’umido naturale.

Le reazioni emotive, proprio perché non rispettano l’ordine gerarchico che vuole che il cervello, essendo la parte alta, abbia sempre il controllo sul resto delle funzioni psicomotorie, tendono a sobillare l’ordine naturale.

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