domenica 15 aprile 2007

Tecniche del marmo

Tecniche del marmo è un corso complementare che ho frequentato all’Accademia di Belle Arti di Frosinone.
Tecniche del marmo è una materia che mi ha sempre incuriosita e affascinata. Vedendo i miei compagni lavorare molto e divertirsi allo stesso tempo ottenendo dei bellissimi risultati, mi ha convinta a frequentarla. Prima di scegliere questo corso non sapevo però molto bene quanto lavoro e fatica mi aspettasse.
Ho iniziato senza avere idee sulla scultura che avrei potuto realizzare, ma questo è stato dovuto dal fatto che io prima di allora non avevo mai scolpito in vita mia.
La prima cosa che ho dovuto fare è stata quella di scegliere la pietra. Facendomi consigliare ho ritenuto opportuno prendere una pietra non molto grande, per consentirmi di lavorare per la prima volta con serenità e calma. Una volta scelta la pietra, indossato gli occhiali da lavoro, la mascherina, il cappello, la tuta e le scarpe antinfortunio, ho preso i primi attrezzi da lavoro, la subbia e la mazzetta e ho iniziato a togliere la corteccia esterna per compattare la pietra togliendo i pezzi lesionati. Una volta concluso questo primo passaggio, ho studiato in tutti i suoi lati la forma della pietra e con un po’ di argilla ho modellato un prototipo di scultura. Alla base di questo prototipo ho iniziato a scolpire veramente…
Man mano che lavoravo mi venivano in mente altre soluzioni, così dal prototipo iniziale in argilla ho cambiato diverse cose.
Ho voluto ottenere superfici sia concave sia convesse per studiarne il modo di realizzazione, ma anche perché volevo cambiare quasi totalmente la rigidezza della pietra con forme morbide e ben articolate tra di loro creando movimento.
È stata la prima volta per me pormi problemi sulla realizzazione tridimensionale, di una scultura su un materiale in cui potevo solo togliere senza poter aggiungere. Aiutandomi con altri attrezzi, tra cui la gradina e la bocciarda a mano, ho cercato il più possibile di ottenere superfici omogenee senza buchi e imperfezioni evidenti. Una volta ottenuto il risultato da me prefissato, ho voluto provare a lisciare delle parti per contrastare con tutto il resto bucciardato della mia scultura, in modo che avrei potuto dargli più luce.
L’ultimo passaggio quindi è stato quello di lisciare e poi lucidare, prima con lo scalpello, poi con diverse carte vetrate e infine con dell’acido passato con la juta.
Arrivata alla fine di questo corso sento di aver imparato tanto, soprattutto di avere tanta pazienza.
Secondo me la pietra con la sua rigidezza e pesantezza vuole essere trattata con tanta attenzione, scolpita piano piano, passo dopo passo; i colpi che bisogna dargli per scolpirla devono essere bene calibrati e non così forti da poterla lesionare e provocarle ferite interne che potrebbero poi compromettere la scultura stessa.
Durante il lavoro ci si trova solo in due, lo scultore e la pietra, una volta iniziato a scolpire, inizia la partita…
Questa esperienza mi ha dato molto, però so di dover apprendere ancora tante cose e so anche di essere solo all’inizio di un lungo percorso……

Nessun commento:

La passione incatenata

Il bisogno di imporre un freno alle passioni ha spinto la società a forgiare. In un processo millenario dalle non molte varianti. La figura ...