domenica 15 aprile 2007

La caricatura.

La caricatura è stata definita, nel secolo XVII come un metodo di fare ritratti che mira a una maggior somiglianza nell’insieme di una fisionomia mentre tutte le altre parti componenti sono cambiate.
Queste immagini dell’arte possono essere convincenti senza essere oggettivamente realistiche.
La caricatura ha presa sulle masse, e Honoré Daumier fu il primo grande artista in questo campo a sfruttare la litografia e le rotative che rendevano accessibili a molti periodici. Durante la rivoluzione del 1830 ritrasse i personaggi politici eminenti sulla rivista "La Caricature”. “In queste facce animalizzate si possono vedere e individuare chiaramente tute le piccole bassezze di spirito, tutte assurdità, tutti i ghiribizzi intellettuali, tutti i vizi del cuore” scrisse Baudelaire.
Nella caricatura identifichiamo una persona reale con un’immagine comica.
Possiamo guardare una faccia sorridente, esageratamente gonfia, e dire “E’ Bill Clinton”. La tecnica richiede equilibrio. Da un lato, l’artista può limitarsi a esagerare un solo tratto del viso. Per Richard Nixon ci vuole un naso gonfio, ma anche gote paffute e un mento squadrato, e per quanto strano possa sembrare, di solito i caricaturisti concordano su quali siano i tratti fondamentali da accentuare. D’altra parte, l’artista deve evitare gli eccessi. Esagerare i tratti salienti può essere insufficiente. I computer sono in grado di farlo, ma di solito gli uomini disegnano caricature più mordaci.
E’ stato dimostrato empiricamente che identifichiamo una buona caricatura più rapidamente di un disegno lineare preciso e completo. E per quanto sorprendente, le caricature sembrano anche più realistiche. Da uno studio recente in cui venivano messe a confronto immagini autentiche e caricature elaborate a computer, entrambe di qualità fotografica, è emerso che la caricatura ci appare più somigliante.
La distorsione sembra più precisa della realtà anzi, quest’effetto si accentua con la familiarità. Con le facce note, i soggetti sceglievano le caricature più estreme considerandole le più somiglianti.
Sembra un paradosso: meglio conosciamo una faccia, peggio la vediamo.
Tali scoperte hanno indotto alcuni psicologi a definire le caricature “superritratti”.
Secondo loro, identifichiamo le facce servendoci di una stenografia basata su alcuni tratti del viso particolari, accentuati nella caricatura ma non nel ritratto fedele.
La caricatura inserisce le variabili essenziali direttamente nella formula, mentre il disegno lineare completo le accumula disordinatamente insieme al resto, e dà lo stesso valore a tutti i lineamenti.

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